Persecuzione dell’elemento italiano 333 PERSECUZIONE DELL’ELEMENTO ITALIANO. In conseguenza del programma di distruggere l’italianità della costa orientale adriatica onde poter fare di questa costa un territorio austriaco, la prima ad essere sacrificata fu, come si disse, la Dalmazia. A completare poi la presunta croatizzazione di questa provincia fu emanata nel 1909 un’ordinanza speciale sull’uso delle lingue negli uffici dello Stato, clic sostituendo al secolare uso dell’ italiano intempestivamente il croato, suggerì ad un giornale tedesco la frase eli commento, che con quell’ ordinanza il governo austriaco seppellì San Marco. (Forse a titolo di eredità?). In questo modo fu compiuta a spron battuto quell’ar-tificiosa metamorfosi esterna, che dovrebbe dare alla Dalmazia un carattere prettamente slavo. Ma non si riuscì a forzare menomamente la natura, perchè ognuno che viaggi la costa orientale adriatica s’accorge che le città conservarono la loro impronta veneziana, così come i cuori conservarono la coscienza italiana e le bocche abituate a parlare il dialetto delle lagune continuano e continueranno a parlarlo ancora. Quando la slavizzazione della Dalmazia, intrapresa per opportunità balcanica, era già progredita, il governo fece scoccare l’ora per l’Istria, essendogli parso di trovarvi per di più una necessità strategica. L’Istria ha la fortuna o la disgrazia, come si voglia, di possedere Pola. La germanizzazione della marina da guerra austriaca trova un ostacolo nell’ambiente italiano di Pola. Inoltre non è facile, nè comodo, affilare le armi contro gl’italiani sotto i loro stessi occhi. Il governo crede quindi di avere diverse ragioni per ritenere quest’elemento, oltreché apoditticamente infido, anche molto male piazzalo. Tutto ciò è più che bastante per determinarlo a sbarazzarsene e sostituire al suo posto altri ritenuti migliori, per esempio i Croati. Come sapete l’Istria odierna amministrativamente