226 l’adriatico nella storta perduti nel 1797, il Tirolo (Trentino), ecc. Nel granducato di Toscana e nel ducato di Modena ritornarono membri della famiglia d’Austria. L’imperatrice Maria Luigia ottenne Parma, Piacenza e Guastalla. Il Papa ritornò sul trono pontificio ; il re di Sardegna riebbe i suoi possedimenti in Italia ed ottenne anche Genova. Solamente a Napoli rimase per alquanto tempo Murat. Per l’ulteriore storia locale dell’Adriatico ricorderemo due episodi della fuga di Murat: la sua sconfitta a Tolentino (3 maggio 1815) e il bombardamento di Pescara da parte degli Austriaci. Dopo il fallimento della tentata riscossa di Napoleone durante i cento giorni dal ritorno dall’Elba e la fuga di Murat da Napoli, che ritornò sotto il dominio dell’antica dinastia borbonica spagnola, i monarchi sopravvissuti alla bufera napoleonica, credettero di aver seppellito colla Santa Alleanza anche in Italia e nel bacino dell’Adriatico lo spirito rivoluzionario. Ma s’ingannarono. L’AUSTRIA. La restaurazione della Santa Alleanza condusse sotto le ali dell’Austria non solo le province illiriche, ma anche la Lombardia. Più che Venezia e la sua eredità, l’Austria aveva acquistato la porzione migliore della Padania e dell’Adriatico, per valore storico, civile, geografico e marittimo, ed era divenuta la prima potenza su questo mare. L’Austria comprese molto bene il nuovo orientamento politico, e s’avvide che l’Adriatico rappresentava ora la sua nuova base e un nuovo grande polmone, e ne approfittò per sanare le ferite che le erano state inflitte da altre parti. Le guerre napoleoniche portarono non pochi cambiamenti allo stato territoriale dell’Austria. Prescindendo da quelli in Italia e sull’Adriatico, la lega colla Russia le fruttò nella terza spartizione della Polonia (1795) la Ga-