Il futuro era nell’ultimo sfacelo, perchè di fronte ad esso i Balcanici erano divenuti lentamente i più forti e perche le maggiori simpatie dell’Europa erano per la causa profondamente giusta degli oppressi. Simpatie i Serbi ne troveranno ancora senza dubbio e sopratutto tra gli altri Slavi. Anzi è perciò che nel problema dell’Adriatico, sebbene per la sua soluzione in quanto allo slavismo non si presentino nell’agone che i soli Serbi ed i Croati, non si deve mai perdere di vista tutta la mole del panslavismo. Se dunque nel terzo grande sforzo dello slavismo per la liberazione degli Slavi dell’Austria-Unghe-ria il lato sentimentale della quistione sarà lo stesso che nel secondo, perchè vi dovranno concorrere tutte le forze slave, il lato pratico sarà molto differente per la maggior resistenza che gli verrà opposta. Nella recente guerra balcanica la redenzione degli Slavi non doveva teoricamente toccare altri popoli, anzi, se mai, era destinata a portare anche a quelli la tanto sospirata libertà. Eppure non mancarono segni evidenti di reazione contro l’appetito slavo da parte di tutti i toccati Greci, Albanesi, Rumeni. Il tentativo di liberazione degli Slavi dell’Austria provocherà resistenze d’indole locale e generale. Gli Slavi costituiscono in Austria un elemento rispettabile per numero e per coltura. Ma non sono compatti territorialmente e per conseguenza nemmeno concordi nei bisogni economici e nelle aspirazioni politiche. Se essi s’insinuano tra gii altri popoli e ne minacciano l’egemonia, anche questi li sminuzzano e li dominano colle loro maggiori energie di civiltà. Un’aggressione isolata e parziale contro l’integrità delia monarchia Austro-Ungarica provocherebbe dunque la reazione di almeno due dei suoi popoli, cosa di cui si deve tener conto. Se poi lo slaviSmo si levasse tutto quanto in armi per abbattere dalle fondamenta la compagine della duplice monarchia asburgica e minacciasse di rompere l’argine divisorio di Tedeschi-Magiari-Rumeni, che la storia ha gettato nella metà dell’oriente europeo, per allargare e russificare più di un terzo d’Europa, la reazione sarebbe