Cozzo ira l’italianità, lo slavismo e il germanesimo 357 bero essere che in suo danno, essa avrebbe il dovere di correre ai ripari. Intanto il compito dell’Italia sull’Adriatico è di tutelare tutte le propaggini del suo elemento nazionale lungo la costa orientale dell’Adriatico. La conservazione dell’italianità del Trentino, della Venezia Giulia, dell’Istria e delle oasi italiane a Fiume, in Dalmazia, in Albania, nelle attuali condizioni, è questione oltre che d’interesse, anche di dignità nazionale. * Nel presumibile ui'to fra i tre elementi maggiori non mancheranno di esercitare una qualche azione anche i tre popoli minori. Più lontani dei Tedeschi dall’Adriatico sono i Magiari, i Magiari. Il loro campo d’azione naturale è il medio Danubio col Tibisco. Fiume è per loro un lusso. Però siccome bacino posto il piede politicamente sull’Adriatico già da otto secoli, sono un popolo impetuoso, prepotente, poco scrupoloso, ma vitale, e prima di perdere il tratto che li congiunge al mare sarebbero indotti a mettere sossopra tutti i Balcani, occorre tener conto anche della loro presenza come attori secondari, per lo meno. Fuori dell’Adriatico, ma in posizione da far da cu- i Greci. stodc alla sua entrata dalla parte esterna, sta un altro popolo, il Greco, il quale col possesso dell’isola di Corfù, ch’è l’unica in prossimità dello stretto di Otranto e di una parte, almeno, del suo canale, può esercitare anche un’influenza sulla sorte del nostro mare. I Greci avrebbero volentieri esteso le loro conquiste fino a Vallona e in tal caso avrebbero avuto voce in capitolo anche nell’interno dell’Adriatico. Non ci sono riusciti e probabilmente non ci riusciranno nemmeno in un avvenire prevedibile. Per i Greci l’Adriatico non è altro che un buon campo d’affari. Però la posizione dei Greci a Corfù potrebbe essere