Considerazioni sulla rivoluzione italiana del 1848 259 ricordare altri episodi, che si riferiscono specialmente all’Adriatico. Mentrechè sul Mincio ferveva ancora la guerra fra La flotta sarda Piemontesi e Austriaci, 1 a flotta sarda, comandata dall’am- e 'ireste, miraglio Albini e rinforzata dalla squadra napoletana e veneta, veniva sull’Adriatico in cerca dell’austriaca. Ma siccome questa non accettò battaglia e si rifugiò a Pola, la flotta sarda gettò le àncore nella rada di Trieste. Le truppe austriache si misero subito in posizione di difesa, ma dopo tre giorni con meraviglia generale la flotta sarda, anziché procedere al bombardamento, salpò per prendere il largo. Si seppe di poi ch’era stata richiamata per ordine del governo di Torino, giacché la Germania aveva protestato contro l’eventuale occupazione di Trieste. Questa intromissione era una conseguenza del trattato di Vienna diel 1815, secondo il quale l’imperatore Francesco I aveva aggregato alla confederazione germanica, come fu già rilevato a suo Sposto, anche il cosidetto litorale austriaco, che i confederati s’erano impegnati a difendere e ad assicurarne l’integrità. Ma contro questa nuova ingerenza germanica a Trieste e nel Trentino, si ebbero nel J48 delle proteste. Sempre in forza del trattato di Vienna, quando in quell’an- Costituente no sì raccolse la costituente germanica a Francoforte, Germanica 6 Trieste. Trieste, l’Istria e il Trentino dovettero anche mandarvi i loro delegati. Una giunta triestina., che di triestino non aveva che il nome e che era presieduta da un carinziano e da un prussiano domiciliato da lunghi anni a Trieste, s’era affrettata ad inviare il suo presidente ed il vice-presidente, ossia i due indicati stranieri, a Francoforte, che furono così i rappresentanti di sé stessi o tutt’al più della colonia tedesca, ma non di Trieste. Bisogna tuttavia riconoscere, ad onore di quei due delegati, ch’essj portarono onestamente a conoscenza della dieta le proteste dei Triestini contro l’inclusione arbitraria nella confederazione germanica. Più energiche furono invece le proteste dei delegati, veramente italiani dell’Istria (Facchinetti e Madonizza) e del Trentino (il poeta Gazzoletti e Marsilli) che chiesero la separazione dell’Istria e del