20(5 L'ADRIATICO NELLA STORIA c) Orientamento verso mezzogiorno e all’Adriatico. paesi in Italia e perfino gl’imperatori si misero a studiare e ad apprendere la lingua italiana come obbligo di regno. Dopo tante vicende la famiglia d’Asburgo poteva dire di essersi finalmente assicurata un possesso se non omogeneo e compatto, almeno unito territorialmente. Erano però questi gli ultimi bagliori del feudalismo medievale, anzi piuttosto gli ultimi tentativi dell’assolutismo dei principi per salvare il loro patrimonio, tentativi che nella loro frettolosità tradivano perfino un vago senso di paura, dinanzi ai prodromi sordi, ma minacciosi, di una nuova rivoluzione d’idee e di pi'incipii sociali. La dinastia degli Asburgo nella sua parabola ascensionale aveva tentato d’insediarsi in tutti i migliori troni d’Europa. C’era riuscita in Germania, in Ispagna ed in Italia. L’opposizione della Francia l’aveva respinta 1111 po’ per volta dalla Spagna, dal Belgio e dalla bassa Italia. Aveva potuto mantenersi nell’alta Italia. Da un secolo aveva cambiato tattica, ossia aveva ripreso quella più modesta dei primi tempi : di cercar cioè nuovi acquisti di territori, anche piccoli, attorno al suo nucleo principale. Verso la Germania fece cattiva prova pei'chè la Prussia le tolse la Slesia e mise un inesorabile alto là. Guadagnò abbastanza nello smembramento della Polonia, ma così venne a trovarsi a contatto colla Russia, dalla quale non c’era nulla da sperare. Il momento storico, forse più che la geografia, le mostrò ora aperta la strada soleggiata del mezzogiorno, ove poteva avanzare in tre direzioni, nell’Italia, nei Ralcani e sull’Adriatico. Fra la penisola italica e la balcanica ognuno avrebbe preferito la prima: in primo luogo perchè senza confronto migliore e poi perchè da questa parte la resistenza militare e politica era minima, mentre al di là dei Danubio stavano ancora i Turchi, che per quanto battuti avevano ceduto solo al genio di Eugenio di Savoia. L’Austria, non curandosi allora dei Ralcani, conchiuse un altro di quei matrimoni bene calcolati coll’ereditiera di Modena, che, come vedremo, doveva condurre al principio del secolo venturo alla fondazione di una terzogenitura asburgica.