338 l’adriatico nella politica questo mare nel tempo in cui viviamo. Sotto l’egida dell’Austria Tedeschi, Magiari, Sloveni e Croati dovrebbero poter svilupparsi sull’Adriatico e gl’italiani no. L’ingiusto trattamento se fa soffrire gli oppressi, procura loro certamente le simpatie degl’imparziali e ragionevoli, e, provocando in loro la coscienza di essere dalla parte della ragione, procura loro il conforto morale, non disprezzabile, della resistenza per una buona causa. La repressione del sentimento italiano era stata elevata ad assioma d’una necessità di Stato anche per il Lombardo-Veneto. La storia dimostrò poi che il preteso allo sistema di governo non fu altro che un basso ed inutile sfogo di polizia. RECEiNTE POLITICA AUSTRIACA SULL’ADRIATICO. Per quanto possa apparire noiosa la ripetizione, è un fatto, di cui si sarà persuaso ognuno che conosca o abbia studiato le condizioni interne dell’Austria, che in ogni quistione, sia governativa, amministrativa, scolastica, religiosa, economica e da qualche tempo anche militare, prima o dopo si vede far capolino inevitabilmente l’aspirazione nazionale. Si chiami questo stato di cose una piaga, lo si paragoni ad un labirinto interminabile, esso esiste e nessuno potrebbe negarlo. Non sarebbe però giusto dar all’Austria, com’è governata oggi, tutta la colpa di queste lotte. Esse esisterebbero anche sotto un’altra costellazione amministrativa. L’Austria ha invece il torto, anziché di averle attenuate, come ne avrebbe avuto oltre il dovere anche la possibilità ed i mezzi, accordando di fatto a tutti i suoi popoli quel rispetto e quella sicurezza che sono sanciti nelle sue leggi, di averle rinfocolate fino al parossismo, con danno della tranquillità generale dei popoli e forse dei suoi stessi interessi. L’Adriatico ed i paesi da esso bagnati, per rialzarsi dalla prostrazione in cui li lasciò la decadenza della marina a vela avrebbero bisogno di speciali cure in opere portua-