364 l’adeiatico nella politica pari all’aggressione. Non solo tutti i popoli minacciati Tedeschi, Magiari, Rumeni, Greci, Italiani e diciamo anche gli Albanesi, dovrebbero fare uno sforzo altrettanto energico per salvarsi, ma anche altri popoli d’Europa li aiuterebbero per tutelare i loro interessi indiretti. Non fu proprio la Russia quella che nel 1848, quando l’Austria minacciava di sgretolarsi per decomposizione interna, ci trovò il proprio utile a tenerla in piedi? Se la Turchia trovò per secoli dei sostenitori, non foss’altro nei suoi creditori, come non prevedere che anche l’Austria avrebbe degli aiuti provvidenziali da interessi radicati, cui nessuno rinuncia se non per forza e all'ultimo momento? — Giugurta pronosticò alla fine del II secolo a. C., la caduta di Roma per corruzione. Eppure durò ancora quasi sei secoli, perfino con sprazzi di progresso. Se dunque da una parte possiamo prevedere alcuni dei combiamenti che saranno prodotti dalla marcia dello SlaviSmo. dall’altra ci manca un fondamento per intuire quali' potrebbe essere l’esito finale della grande lotta, che sta per essere ingaggiata tra lo slavismo e l’Europa. Dobbiamo attendere che il nostro secolo ci porti qualche nuovo indice per poter appena pronosticare se il panslavismo sarà il vincitore o il vinto. A chi studia l’Adriatico interessa sin d’ora di considerare il problema dello slavismo. Gli Jugoslavi minacciano egualmente e contemporaneamente l’Adriatico e l’Austria-Ungheria. Le due quistioni sono, fu già detto, connesse intimamente. Più che all’Italia s’impone pel momento all’Austria l’obbligo di affrontare il problema, arduo davvero. In principio l’Austria mostrò di volerlo risolvere avanzando energicamente e legando a sè gli Slavi balcanici. S’impossessò della Bosnia-Erzegovina, occupò il Novibazar, mise sotto tutela Serbia e Montenegro, ipotecò la linea di Salonicco. Poi d’improvviso le cose cambiarono. I due pupilli vollero diventare maggiorenni e l’Austria presto mise il catenaccio alla Bosnia-Erzegovina. Credette di aver vinto, ma fu una vittoria di Pirro. I due pupilli divennero maggiorenni di fatto, si allearono e chiusero