Le crociate 145 Per completare il quadro della costa orientale dell’Adriatico alla fine del XIV secolo, col quale stava per chiudersi il periodo della preparazione e dei rivolgimenti derivati dalla caduta della romanità, occorre accennare ancora alla minuscola repubblica di Ragusa, già forte navigatrice e commerciante. Approfittando dell’auge in cui si trovava l’Ungheria essa riuscì verso la metà di questo secolo a svincolarsi dal dominio di Venezia, ivi stabilito e rappresentato da un •conte,' come lungo tutte le coste dalmate in occasione della quarta crociata. L’epoca in cui Ragusa si giovò della signoria protettrice dell’Ungheria si estende dalla metà di questo al principio del XVI secolo. Malgrado tutte le traversie anche la costa orientale dell’Adriatico, in grazia al progresso dell’altra, risorgeva. Però siccome il destino ha scritto nel suo libro che l’orientale debba essere la più bersagliata, anche nel XIII secolo le capitò un nuovo flagello, i Tartari o Mongoli, detti nella bocca dei popoli depredati «teste di cane». Questi nomadi dell’Asia avevano invaso l’Ungheria e la Croazia, facendo tremare anche la metà orientale dell’Europa e dell’Adriatico. Nell’inseguire Bela IV re d’Ungheria (1241) penetrarono fino in Dalmazia e la devastarono, distruggendo tre città della parte meridionale, fra cui Cattaro. Ma nel 1243 toccarono una solenne sconfitta sulle alture al di sopra di Fiume. Strano destino quello della costa orientale adriatica di essere beneficata solo dal mare e dalla sua sorella italica. Tutto ciò che le venne invece dal suo retroterra, sia che si fosse trattato di barbari trasmigranti c predoni, o di gente finitima dell’altro versante, come gli Un-gheri coi loro baili, i Serbi, i Bosniaci, non le portò che danno e avversione. Per completare il quadro del secolo XIV occorre ricordare ancora un avvenimento. Questo secolo segna verso la sua fine nella parte settentrionale dell’Adriatico un altro fatto, che ai contemporanei sarà apparso molto probabilmente d’importanza Eagusa. I Mongoli. Gli .Amburghesi. (L’Aust via).