260 l’ ADRIATICO NELLA STORIA Trentino dalla confederazione. Un altro strenuo propugnatore dei diritti nazionali del Trentino fu il barone A. Prato. L’avversione incorreggibile di Ferdinando di Napoli e di Leopoldo di Toscana ad ogni concessione costituzionale e nazionale e il voltafaccia di Pio IX dopo Cu-stoza, che non volle più saperne della causa nazionale, apersero definitivamente gli occhi degl’ Italiani. La rivoluzione del ’48 aveva costato uni grande sforzo e immense perdite, ma fu come una prova generale, che mostrò gli errori degl’italiani e il modo nel quale essi avrebbero potuto far breccia contro i molteplici loro avversari. Le cinque giornate di Milano e la sommossa di Venezia coll’eroica difesa del forte di Malghera insegnarono che la furia popolare può valere a qualche cosa, a patto che sia appoggiata dal di fuori. Un urto felice contro l’Austria avrebbe prodotto immediatamente lo sfacelo dei troni di Toscana e di Napoli, l’ultimo dei quali aveva il suo lato debole nella Sicilia, e avrebbe reso l’Italia signora dell’Adriatico. Garibaldi aveva messo arditamente la mano nella quistione di Roma e insegnato che per giungervi bisognava andare nelle Marche dalla parte dell’Adriatico. Allora tutti compresero che per raggiungere lo scopo finale dell’indipendenza e la libertà nazionale occorreva smettere le fazioni e agire concordi con un piano prestabilito sotto la guida di uno Stato; e questo 11011 poteva essere che la Sardegna. La quistione italiana aveva varcato i confini della penisola ed era entrata nel dominio della grande politica europea. Infatti dopo Custoza Francia e Inghilterra, le due potenze che allora dirigevano la politica europea, cercarono di regolare il futuro assetto d’Italia in via pacifica, ma i loro sforzi arenarono di fronte all’irritazione scoppiata nell’Italia stessa contro Carlo Alberto per l’esito infelice della campagna. Dopo Novara l’Austria voleva annientare addirittura la Sardegna, ma ne fu impedita dalle potenze occidentali, che s’intromisero. Carlo Alberto salvò lo Stato rinunziando subito dopo l’infau-