858 L* ADRIATICO NELLA POLITICA fonte di un’amicizia assai ricercata per gli altri possessori dell’Adriatico. Gli Albanesi. Quale sarà l’avvenire degli Albanesi, mancanti di tutte quelle cose anche più elementari che occorrono per formare uno stato civile, nel guazzabuglio di passioni religiose e politiche,’ che non permettono ancora di prevedere in che direzione si metterà la nascente coscienza nazionale e il desiderio di progresso? Se arriveranno a capire i loro veri interessi, sia da soli, sia per suggerimento altrui, cercheranno di vivere in buona armonia coi loro più forti vicini i Serbi e i Greci in terra e gl’italiani sul mare e troveranno forse nella gelosia e nell’antagonismo dei popoli maggiori il modo di conservare la loro prosperità. — Sia però che ottengano l’autonomia e magari un’indipendenza o ritornino ad essere soggetti a dominatori stranieri, la loro non sradicata presenza sul cardine orientale della porta dell’Adriatico agirà sempre come freno alle espansioni di tutti i popoli circonvicini, in qualsivoglia direzione, e per ciò ancli’essi non mancheranno di aver una qualche parte nell’altalena degli squilibri dell’Adriatico. IL FUTURO. L’Adriatico, ch’è un’importantissima via di comunicazione per il commercio internazionale, per nessuno. dei popoli che vi si affacciano è l’arteria principale ed esclusiva della loro vitalità. Non è per gl’italiani, che possono prosperare negli altri due mari migliori che li attorniano e che sotto certe premesse possono tollerare che rimanga qual è. — Non è pei' la grande Serbia, che ha per bacino principale i fiumi Morava e Drina e per sbocco naturale economico l’Egeo, a Salonicco. Non è per gli Albanesi, che hanno sempre preferito il monte al mare. Per le due nazioni minori i Croati e gli Sloveni l’Adriatico sarebbe incontestabilmente molto utile; però è altrettanto certo che essi non potranno mai affermarvisi individualmente