Cozzo tra l’italianità, lo atavismo. e il germanesimo 353 quità teorica avrebbero assai magri titoli per affacciarsi sull’Adriatico. Tutti sanno però che questo popolo tenace e valoroso, in continua ascensione da parecchi secoli, non ha raggiunto ancora il vertice della parabola ed e per ciò un concorrente non disprezzabile. Alla minaccia del Germanesimo che grava sull’Adria- Lo slavismo. tico dal di là delle Alpi si aggiunge e contrappone ormai il nembo dello slavismo, avanzantesi dall’oriente. Lo slavismo s’è destato alla vita civile dell’Europa più tardi, appena in conseguenza della grande rivoluzione francese e diede segni del suo risveglio per la prima volta nel 1848. La prima vampata d’idee panslaviste partì dai Boemi educatisi al contatto dei Tedeschi. Dai Boemi furono comunicate agli altri Slavi dell’Austi’ia, ai Russi, ai confratelli balcanici. Per gli Slavi dell’Austria e dei Balcani l’idea panslavista rappresentò sempre la tendenza al progresso, alla libertà, mercè la solidarietà di razza. In Russia invece le. peculiari condizioni della mentalità di quel popolo vi aggiunsero un nuovo coefiìcente, la religione, e facendo dell’ortodossia 1111 caposaldo del loro panslavismo, lo modificarono nel panrussismo. Allettata dall’eguaglianza di religione della maggior parte degli Slavi dei Balcani e con buon numero di quelli dell’Austria, la Russia sognò nella seconda metà del secolo passato di divenire la gran madre di tutti gli Slavi e di riunirli a sè dal Baltico all’Adriatico, all’Egeo, al Mar di Marinara. Ma differenze linguistiche, culturali, psichiche, religiose, climatiche determinarono una reazione liberale, capitanata dai Polacchi, che se accederebbero all’idea di un panslavismo, si ribellano alla schiavitù del panrussismo. La gelosia delle potenze e dei popoli non slavi favori questa reazione e per ciò nel recente trionfo dello SlaviSmo nei Balcani noi abbiamo veduto realizzarsi non l’idea russa, ma quella del panslavismo liberale, individualistico. Delle due correnti in cui si suddivise lo slavismo la più pericolosa sarebbe stata quella del panrussismo. Fortunatamente essa è tenuta lontana dall Adriatico dall argine dei Rumeni, dei Magiari e dei Tedeschi, che tagliano L’Adriatico,