204 I,’ADRIATICO NELLA STORIA ro, molli cambiamenti sulla via del progresso e particolarmente Giuseppe II, imbevuto d’idee filosofiche moderne, andò molto in là nei piani di riorganizzazione. Però il vero motivo di tale amore di progresso proveniva dal-l’inleresse dinastico, perchè l’ultimo scopo delle riforme era il reprimere le ultime libertà feudali e centralizzare, ossia concentrare il potere assoluto nelle proprie mani, regolando e unificando l’amministrazione e la legislazione della monarchia. Delle innovazioni particolari nell’amministrazione della giustizia, delle finanze, dell’economia politica, degli affari militari non è qui il caso di parlare dettagliatamente. Alcuni cambiamenti nel campo religioso furono già citati. Basterà rilevare, che molto di ciò che all’osservatore superficiale apparisce merito dei sovrani, non avveniva per loro iniziativa spontanea, ma per una pressione ormai sentita dell’opinione pubblica. Così p. e. la tortura come *tnezzo d’inquisizione era stata ben riconosciuta in una « giurisdizione criminale » introdotta provvisoriamente, ma dovette venir abolita nel 1776. E qui non bisogna dimenticare che il milanese. Cesare Beccaria già nel 1764 aveva dato alla luce quel gioiello, ch’è la sua opera Dei delitti e delle pene, la quale se anche necessariamente fu stampata fuori dei confini austriaci, aveva suscitato grande scalpore. Il fervore centralistico di Giuseppe II, che del resto non faceva altro che imitare Federico II di Prussia, andò tant’oltre da concepire il piano di introdurre ovunque la lingua tedesca come unica lingua di governo e da iniziare così a poco a poco la fusione, o più esattamente la snazionalizzazione dei diversi popoli non germanici dell’Austria. Questi tentativi rappresentano però già ai nostri occhi il culmine dell’opera della famiglia degli Asburgo per consolidare lo Stato da loro formato tra le Alpi, il bassopiano ungarico, il Danubio e l’Adriatico. L’effetto fu invece precisamente opposto a quello voluto, perchè in questo modo si fece divampare l’odio contro l’elemento tedesco anche là, dove prima non esi-