Le crociate 137 raglio genovese, ma, attratto da Ambrogio Doria al largo, fu sconfitto e pagò l’errore col perdere quasi tutta l’armata. I Genovesi si presentarono ora ad assediare la Serenissima nella sua laguna. Venezia, ridotta alle strette, passò all’ offensiva e nella battaglia di Chioggia del decembre 1379 il doge Andrea Contarmi cogli ultimi avanzi delta sua flotta infligge al vincitore una tremenda sconfitta, con cui terminò anche la guerra più che secolare. La pace fu conchiusa a Torino nell’agosto del 1381. Non dunque il trovarsi in casa o in territorio nemico, ma il coraggio e il valore determinarono anche allora la vittoria. Però nel secolo XIV i Veneziani ebbero nell’Adriatico stesso una vicina pericolosa nell’Ungheria. Per un caso fortuito e per il rialzo, già accennato,) dell’influenza pontificia avvenne in questo secolo sulla parte orientale dell’Adriatico un cambiamento politico, che ebbe conseguenze lunghe, se anche non durature. Bisogna notare innanzi tutto che ancora sotto Innocenzo III l’Ungheria e la Croazia avevano riconosciuto l’alta sovranità del Papa. L’Ungheria era considerata allora quale feudo papale apostolicus e da questa definizione derivò il titolo portato successivamente dai re ungheresi ed ancora oggi dall’imperatore d’Austria di «apostolico re d’Ungheria». — Quando nel 1301 si estinse la dinastia nazionale magiara degli Arpadi, il trono d’Ungheria passò coll’aiuto del pontefice Bonifacio VIII a Carlo Roberto di Napoli della casa d’Anjou. Il suo successore Luigi il Grande (1342-1382) estese il suo potere, più personale che altro, sulle stirpi slave della penisola balcanica e sull’Adriatico, e riacquistò nel 1358 la Dalmazia, che già nei secoli precedenti era stata oggetto di contese coi Veneziani. Ili questa lotta le città dalmate stavano ora per gli Ungheri, ora per Venezia, secondo che in ogni singola aveva il sopravvento il partito favorevole ai primi o ai secondi. Le simpatie erano determinate in parte da ragioni nazionali. L’elemento era qua e là misto: i latini tenevano per Venezia, gli Slavi per gli Ungheresi, coi