326 CAPO X In ogni comune la ripartizione per contribuente era fatta in seduta pubblica da una terza commissione composta dai membri del Consiglio, da un rappresentante ogni dieci case nel villaggio e uno per 25 case nelle città e da un funzionario dell’Amministrazione finanziaria. Ogni contribuente era tenuto a dichiarare le terre che possedeva. Il mancato pagamento dell’imposta era addebitato al comune. Questa legge però incontrò molte difficoltà nell’applicazione a causa della mancanza di un catasto e dati statistici che produsse molte lamentele e fiere proteste. L’imposta così stabilita gravava in media nella misura di lev. oro 0.505, per i campi; 2.597 per le vigne; 0.0263 per le foreste (per decara). In seguito però a diversi raccolti sfavorevoli, non potendosi percepire l’imposta i governanti furono costretti di nuovo a ripristinare la decima in natura (1900) che a causa di numerose lagnanze fu abolita. Un anno dopo fu ripristinata l’imposta fondiaria (18 maggio 1901) che quasi integralmente ripristinò quella del 1894. Fu stimata l’intera produzione agraria del paese (1902) a 285 milioni di lev. oro con un contingente totale d’imposta di 17 milioni, cioè 6.05% del reddito annuale e ciò fu un alleggerimento al contribuente che secondo quello precedente della decima doveva pagare il 16 %. Il carico tributario medio per ha. fu di 5.03 lev. oro e variava da un massimo di 6.74 (Rusciuk) a un minimo di 3.95 (Sofia). La ripartizione sebbene fatta in modo empirico si andò sempre più perfezionando anche perchè fu organizzato un servizio di statistica. Si pensò anche di fare un catasto con legge del 6 gennaio 1908 che, per ragioni ovvie, non è stato mai possibile di condurre a termine. La legge sull’imposta è stata ritoccata in seguito e fu sostituita dalla legge del 21 dicembre 1910 che rimane ancora in vigore. Il contingente è stato cambiato diverse volte durante e dopo la guerra in considerazione del rinvilio della moneta bulgara e del conseguente aumento del valore dei terreni.