Evo moderno 195 nel quale il loro impero era considerato nel medio evo e in questo periodo dell’evo moderno. Allora i principi regnavano come emanazione del potere divino ed i popoli, vinti e vincitori, si ritenevano tanto inferiori e lontani dal potere, che gli si inchinavano volonterosamente fino quasi ad adorarlo. Alla potenza materiale dell’imperatore non poteva osare di contrapporsi che il Papa, rappresentante in terra del potere divino ; e questi concetti erano posti tanto in alto tutti due, che solo tra loro poteva sorgere un antagonismo. Se Arrigo IV andò a Canossa (1077), solo un Ottone I potè deporre papa Giovanni XII (963). Ora invece i due strati di vincitori e vinti erano scomparsi nella fusione operata dai secoli ed i popoli evoluti da una maggior generalizzazione della coltura incominciavano a divenir consapevoli della loro forza, ed avrebbero volentieri incamminato trattative coi principi per ottenere qualche debole libertà. Un vago sentimento di sviluppo nazionale aveva già rotto le tenebre del medio evo. Ma i principi volendo prevenire il pericolo di simili velleità, concentrarono nelle loro mani ogni potere e lo esercitarono non solo a loro tornaconto e capriccio, ma perfino illimitatamente contro le aspirazioni ed i desideri dei popoli. Si direbbe che in quell’epoca i principi, presentendo qualche cambiamento, avessero avuto fretta di rintuzzare ogni velleità di condominio, giacché specialmente nei paesi cattolici si affrettarono a diminuire l’influenza anche della Chiesa sullo Stato. Il Papa non era più una grande potenza colla quale ognuno doveva assolutamente far i conti: Canossa non avrebbe potuto più ripetersi. Tale evoluzione ebbe origine dai cambiamenti nella vita economica, sociale, intellettuale dei popoli e fu sforzata d’un tratto dalle nuove correnti d’idee, che venivano dalla Francia e per le quali si prepararono radicali innovazioni. Alcuni mutamenti economici furono accennati dopo le crociate e l’argomento di questo studio non concede di parlarne più a lungo.