• 182 l’adriatico nella storia Abbiamo detto che i Turchi non erano un popolo marittimo. E non lo furono mai. Però colla concpiista di tanti paesi ai mari Egeo e Jonip, e nel Mediterraneo orientale e sopratutto colla sottomissione di quegli Stati barbareschi nell’Africa settentrionale, da cui già una volta erano usciti i Saraceni, essi riuscirono a mettere insieme una flotta di terribili pirati, che incominciarono a molestare impunemente tutto il resto del Mediterraneo, le coste dell'Italia e l’Adriatico. Nel 1521 il viceré d’Algeri, Uzuz-Ali, venne colle sue galee e con una turba di barbari a invadere l’Adriatico orientale. Vi furono scontri a Cattaro, a Curzola, a Lissa, alla Brazza (Boi). Nel 1566 in un’incursione turco-saracena fu distrutta la città di Ortona. — A ricordo p. e. delle lotte sostenute in questo mare contro le aggressioni dei Turchi i popolani di Curzola ballano ancora la moresca, in cui figurano i cristiani che tolgono al re dei Mori la sua «buia» ossia la sposa ad essi rapita. Per porre un argine a queste terribili incursioni le potenze interessate, sebbene fossero anche allora rose dalla gelosia e dall’invidia — ossia lo Stato pontificio con Sisto V, Venezia, Genova e Sjpagna coH’asburghese Filippo II, — strinsero, sia pur per breve tempo, una lega che fruttò la vittoria navale di Lepanto (1571), cui presero parte, cpial più qual meno, con proprie navi, tutte le città marine dell’Adriatico. La flotta papale veniva subito al secondo posto dopo quella veneziana. Dopo questa vittoria delle armi cristiane, da cui per discordia e gelosie personali non si seppe trarre il debito fruito, la potenza dei Turchi incominciò a declinare un po’ alla volta fino ai fatti dei giorni nostri. I Turchi non erano nati che per la guerra. Non avendo e non potendo più conquistare altro, dovettero adattarsi a vivere, come si vive in pace. E infrollirono, anzi marcirono. La fine del secolo XVI, incominciato con albori di gloria, segna anche per i Turchi, come per i contemporanei loro avversari, il principio di una parabola discendente.