70 CAPO I di leva e anche di più sono veramente cospicui per tale scopo e se sono bene impiegati la Bulgaria occuperà uno dei primi posti per tali servizi. Si stabilisce di mandare all’estero delle persone per fare degli studi in tale ramo (art. 25), si possono anche prendere degli stranieri qualora in Bulgaria non ci fossero delle persone capaci. Ci possono essere i fondi ma una delle difficoltà per l’organizzazione di tali servizi è proprio la mancanza di gente preparata. La riforma agraria. — Nonostante che la proprietà fosse suddivisa in Bulgaria come abbiamo visto il Governo dei contadini (1920-1923) credette opportuno ad imitazione di altri paesi, di adottare la cosiddetta proprietà fondiaria basata sul lavoro, consistente nel limitare il diritto di proprietà a 300 dee. di superficie coltivabile (campi, praterie, vigneti, roseti, ecc.) per famiglia nel caso che fosse coltivato dal proprietario stesso; di 40 dee. quando il proprietario non avesse coltivato direttamente e se fosse celibe; e 100 dee. se avesse avuto la famiglia (art. 2) legge 12 maggio 1921. La terra espropriata e pagata in base ai prezzi medi degli anni 1905-1915 doveva essere ripartita: a) ai contadini senza proprietà che lavorano la terra altrui; b) ai piccoli possessori; c) agli specialisti di un ramo dell’agricoltura che non possiedono alcuna proprietà; d) alle cooperative; agli operai agricoli; ai rifugiati. Tali norme rivoluzionarie di espropriazione che dovevano essere considerate spogliatone perchè non si dava al legittimo proprietario che meno di 1/30 del valore del terreno furono oggetto di aspra critica da parte degli interessati e delle persone benpensanti. Come risultato immediato si ebbe un disordine nell’agricoltura, liti mentre le terre contestate rimanevano incolte. L’applicazione di tale legge nonostante la forza del Governo è rimasta lettera morta per due anni. Il governo di Zankoff (Alleanza democratica) per ra-