PARTE TERZA. L’ADRIATICO NELLA POLITICA. La nostra mente che seguiva con una presunta sicurezza di discernimento gli avvenimenti del passato remoto, ma che aveva già incominciato ad essere guardinga nel giudicare il più prossimo ieri, si arresta involontariamente quando arriva al giorno d’oggi. Per miopia innata, per stanchezza individuale, per l’inesperienza generale, i nostri giudizi sui fatti contemporanei sono lenti e labili. Difficili, se non addirittura impossibili, sono le nostre previsioni riguardo a quelli dell’avvenire. La ragione sostanziale della differenza nella nostra facoltà discernitrice starebbe in ciò : che per i fatti del passato abbiamo non solo la conoscenza dell’operato delle forze imprevedibili e imponderabili, che ci sfugge per il presente e ci manca per il futuro, ma anche la conferma e il paragone degli avvenimenti posteriori. Eppure malgrado la sosta difettosa della nostra mente, la vita collettiva dell’umanità continua, come quella dell’individuo, indisturbata il suo corso collo stesso ritmo. Sapendo dunque che il mondo cammina mosso da leggi immutabili, parzialmente a noi note dall’esperienza del passato, possiamo avventurarci a guardare il domani, che forse noi non vedremo, aiutandoci con delle deduzioni generali, che sebbene saranno forse distrutte da forze ignote, perchè la logica non agisce nel mondo ma solo nella nostra mente, avranno pure qualche probabilità di az- L’Adriatico. 37