La rivoluzione francese 209 delle potenze marittime settentrionali, Inghilterra e Olanda, dovette sacrificare da lì a pochi anni la compagnia commerciale e l’armata navale. Abbandonato quindi il pensiero di convertire Trieste in un arsenale da guerra, prevalse l’altro di farne una piazza importante puramente per il commercio. Il tentativo, per quanto abortito, era in ogni caso abbastanza significante. Maria Teresa, figlia di Carlo VI, che gli successe al trono (nel 1740) continuò l’opera paterna e diede ai due porti franchi i più ampi privilegi. Fra altro protesse le colonie di nazioni estere, concesse libertà di culto ai Greci e agli ebrei, ecc. Nelle innovazioni politico-amministrative, per cui va noto il governo di Maria Teresa e di Giuseppe II, anche Trieste ebbe a subire l’imposizione del tedesco. In quanto riguarda Fiume particolarmente c’è da notare che questa città nel 1776 fu incorporata alla Croazia, ma subito tre anni dopo ne venne escorporata e come corpus separatum fu annessa direttamente alla corona di Santo Stefano, ossia all’Ungheria. Tutti sanno che tra Maria Teresa e gli Ungheresi passava una grande simpatia. In complesso durante questo secolo le due cittadine di Trieste e Fiume, prima insignificanti, crebbero sempre più e divennero porti notevoli nei traffici dell’Adriatico. LA RIVOLUZIONE FRANCESE. Tutto al di là delle Alpi, in Francia, in Germania, in Austria era in fermento di rinnovazione. Solo l’Adriatico, tolti questi piccoli fatti appena visibili, ora accennati, stagnava; nella Padania l’oppressione straniera, alla costa occidentale la superstizione, la miseria, il dolce fax-niente, elevati a sistema di governo ; alla parte orientale sotto Venezia e Ragusa vecchiaia e indolenza ; al di là nei Balcani la barbarie turca. A turbare quel fatale torpore dell’Adriatico venne la grande rivoluzione politica e sociale di Francia nel 1789.