140 L'ADRIATICO NELLA STORTA Gli Angioini di Napoli. forse la meno avventata. E se anche forse non è la più originale, va ricordata come contrapposto a quella dei Ghibellini. L’idea ghibellina, per quanto fosse portata da una mente alta e rara come quella di Dante, tramontò presto a causa del suo esotismo. Quella guelfa, favorita dal suo indigenato, resistette più a lungo, ma non potè nemmeno realizzarsi a causa del fatale connubio e contrasto dei due poteri, divino e temporale. Il ritorno dei Papi da Avignone (1.367) salvò lo Stato temporale dalla dissoluzione. La loro influenza morale nel mondo subì però l’altra scossa terribile dello scisma della riforma (scoppiala nel 1378) che lece distogliere l’attenzione dei Pontefici e del mondo ancora più dalle cose d’Italia e la trasportò lunge dall’Adriatico nel centro d’Europa. Di questa diminuzione della potenza pontificia approfittarono subito gli Angioini di Napoli, che al principio del XV secolo (1408) s’impossessarono (transitoriamente, è vero) di Roma e del suo Stato. La concezione d’un’Italia unita in un solo dominio italiano germogliò in questo secolo in forma peregrina anche in due altre menti e precisamente nei primi anni del secolo in quella di Roberto d’Angiò di Napoli e negli ultimi in quella di Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano. Anzi se poniamo mente alla posizione di Roma con Rienzi e di Firenze con Dante rispetto all’Italia media, vedremo che l’Angioino di Napoli ed il Visconti di Milano integrano geograficamente l’idea particolarista, eppure tendente da tutti i punti allo stesso scopo. La casa d’Angiò, ristretta per colpa del suo dominio aspro ben presto al solo Napoletano (terraferma della bassa Italia) durò tutto questo e metà del secolo successivo. Essa ha importanza per l’Adriatico e segnatamente in questo secolo, perchè coll’acquisto anche del trono d'Ungheria, divenne l’arbitra delle sorti dell’Adriatico e riuscì a far passare in seconda linea perfino la Serenissima. — Difatti, se poniamo bene attenzione, è proprio in questo secolo di depressione dell’autorità di Venezia, che gli ar-