184 l’admatico nella stoma che al principiò di esso avevano dovuto abbandonare le loro terre e ricoverarsi altrove. Ne abbiamo già veduto una parte precedere e accompagnarsi ai Turchi nelle devastazioni dell’Istria, del Carso e del Friuli. Vi furono però di loro altri due gruppi principali, uno dei quali operava in terraferma e aveva il centro d’azione a Clissa e poi a Sign (in Dalmazia, sopra Spalato) e l’altro sul mare e aveva il nido a Segna e sui monti che la coronano. Erano predoni feroci nel vero senso della parola. Stavano sotto la protezione dell’Austria, che li sosteneva e stipendiava, e molestavano i Veneziani, i Turchi ed anche i Ragusei (questi ultimi col pretesto che erano alleati dei Turchi). Avevano barche velocissime e la loro speciale bravura consisteva nelle sorprese notturne durante i tempi burrascosi. Formavano in tutto circa seicento uomini, ma erano rinforzati da avventurieri e galeotti di ogni provenienza dall’Adriatico ed anche dal Mediterraneo. Quelli di terraferma devastavano le campagne dei territori soggetti a Venezia lungo tutta la costa fino a Zara. Più di tutti ebbe da combatterli Venezia durante ottant’anni interi, per mantenere di fatto quella supremazia dell’Adriatico, ch’essa vantava di diritto. Quando alfine i Ragusei, stanchi di essere aggrediti dagli Uscocchi in casa propria, nella penisola di Sabbion-cello, si rivolsero al Papa, che fece le rimostranze alla corte d’Austria, i Turchi mossero per causa loro una guerra all’impero e più tardi i Veneziani fecero la stessa cosa, anche l’Austria si persuase di doverli finire. E infatti al principio del secolo XVII dopo sanguinose repressioni e feroci rivolte furono sbandati e dispersi nell’altipiano croato. La pace fra l’Austria e Venezia fu conchiusa nel 1617 a Fiume, o più precisamente in un vicino convento di cappuccini. Dopo la guerra degli Uscocchi, Venezia e l’Austria munirono i loro confini dell’Istria, devastati da quei predoni, di nuove tribù slave; Venezia le prese dalla Dalmazia, l’Austria dal litorale croato. secolo xvii. Questo secolo differisce essenzialmente dal precedente.