POLITICA COMMERCIALE E COMMERCIO 211 uno scopo fiscale, mirano pure ad ottenere lo scopo economico, cioè la creazione di nuove industrie e il rafforzamento di quelle esistenti. La legge sull’applicazione della tariffa è stata ritoccata e rinnovata qua e là, rendendosi più adatta ai bisogni moderni dei traffici. La tariffa dei dazi d’entrata è stata cambiata e messa in vigore improvvisamente il 24 marzo 1926; le ragioni di tali cambiamenti, secondo i motivi enumerati nel disegno di legge, sono state dettate dalla necessità di dare una più efficace protezione all’industria nazionale e alla produzione dell’artigianato, di equilibrare la bilancia commerciale per il risanamento del corso della valuta bulgara, cioè miravasi alla contrazione delle importazioni. I mutamenti riguardano 237 voci su un totale di 595 e oltre due mila sottovoci; la misura del dazio varia da un aumento del 20 % minimo, a un massimo del 500 % ; una media del 30-40 % ; hanno subito un aumento del 50 % il caffè, il pepe, ecc., il 25 % il cioccolato; il 200 % l’olio d’oliva; 25 % i bottoni di corozo; 50 % le gomme per automobili; 100% i filati di lana; 30% i tessuti di lana; 30 % le corde e gli spaghi; 10-50 % i tessuti di cotone; 30-50 % il linoleum; 30-100 % i cappelli di paglia e di lana. In complesso il carattere protezionistico della tariffa bulgara è stato accentuato. I dazi d’uscita. Nell’anteguerra i pochi dazi d’uscita avevano un carattere fiscale. Dopo l’armistizio si pensa a dare a questi oltre a quello fiscale anche un carattere economico. Con la legge del 4 gennaio 1921 viene messa in vigore una tariffa dei dazi d’uscita comprendente 53 voci e 70 sottovoci; e tutte le altre merci furono sottoposte a un dazio del 6 % ad va-lorem; chiaramente si osservava la tendenza a far sì che molti prodotti greggi fossero lavorati in paese per essere esportati semifabbricati o fabbricati. Per es., si voleva esportare la carne in conserva invece del bestiame vivo; le