Le crociate 151 gl’imperatori di Germania, ma della potenza particolare degli Asburgo, da quella stessa parte dalla quale i Cimbri avevano molestato le aquile di Roma. È stato detto che il XV è un secolo nel quale rinacquero tutte le energie d’Italia e d’immediato riverbero anche quelle dell’Adriatico. La prima manifestazione in questo senso fu la restrizione di quella stragrande dispersione di poteri sovrani e il riassorbimento di molte di quelle piccole semi-indipendenze, ch’erano state la conseguenza della mancanza di un’autorità direttiva unica in Italia, nei Balcani e sull’Adriatico e la causa di quel pullulare di organismi statali piccoli e anemici. * In questo studio che tratta solamente delle due coste dell’Adriatico, gli avvenimenti della Lombardia, come parte della Padania, non poterono che venir sfiorati, giacché essi si seguivano del tutto indipendentemente da questo mare: però colla loro azione influivano indirettamente sugli Stati che avevano la loro vita alla costa e particolarmente su Venezia. Per questo motivo noi, che di fronte al secolo XV possiamo vantarci della sapienza di posteri, dobbiamo spingere lo sguardo ancora un poco più in là della valle padana, fino proprio alle radici delle Alpi piemontesi, ove come contrapposto, quasi casuale, all’espansione degli Asburgo sulla parte orientale dell’Adriatico erano sorti un piccolo Stato e una dinastia, destinati a far molto per l’Italia e per l’Adriatico in antagonismo agli Asburgo e all’Austria. A cavaliere delle Alpi, tra il bacino del Rodano e quello del Po, s’era formata in seguito alle trasmigrazioni germaniche e secondo il suo spirito feudale una contea (Sapaudia), che in principio gravitò verso il Rodano e i paesi franchi. Già verso il 1000 i conti di Savoia (Maurienne) s’erano trapiantati al di qua delle Alpi SECOLO XV. Piemonte e Savoia.