288 CAPO IX niere pregiate; cosicché quando entravano in paese grossi stoks di divise straniere che dovevano essere cambiate in lev. (maggio-giugno) per gli acquisti dei cereali, delle uova, dei bozzoli, ecc. ecc., il lev. si rivalutava tanto rapidamente da arrecare lo scompiglio nel mercato; ma dopo un certo tempo cioè verso l’autunno avveniva una specie di rarefazione di divise straniere per l’importazione da far elevare il corso di 200-300 % il che a sua volta si ripercuoteva dannosamente sugli affari e sull’intera economia del paese. Tale fenomeno non poteva che nuocere agli scambi internazionali mancando ad essi una base stabile monetaria. I prezzi delle merci, naturalmente, subivano dei rialzi e dei ribassi fantastici. Per ovviare a ciò fino dal 1918 si volle tentare di regolare il commercio delle divise. Ad iniziativa della Banca Nazionale fu votata una legge speciale (1) secondo Ta quale il commercio dei mezzi internazionali di pagamento (divise) si trasformò in una specie di monopolio affidato ad una collettività di banchieri con la Banca Nazionale in testa. Le banche e i banchieri dovevano, innanzi tutto, dichiarare i valori stranieri e i crediti in valori stranieri alla Banca Nazionale affinchè potesse acquistarli al corso del giorno e in quantità necessaria. Chiunque avesse avuto bisogno di valori stranieri doveva domandarli aH’amministrazione di questa collettività detta Centrale delle divise. Si sperava così di concentrare : 1) i valori stranieri disponibili e 2) le domande di tali valori per poter così regolare il loro corso tenendo conto della situazione del mercato straniero. Disgraziatamente, per un complesso di circostanze, la Centrale suddetta non riuscì a raggiungere che solo in minor parte i fini proposti e nel 1920 il commercio delle divise divenne libero. Più tardi, la Centrale delle divise fu ridotta a un istituto fiscale, incaricato di prendere fino a un terzo delle divise straniere ottenute contro l’esportazione dei prodotti bulgari e ciò principalmente per i bisogni della Direzione (1) Oazz. Uff., n. 196, 23 dicembre 1918.