355 esso nunzio ) da farmi tener compagnia, la cui lingua io jiotessi ben intendere ; e che io volessi ascoltar quei due eli essi avevano per savi uomini, tanto eli io mangiava. Io non potei mostrarmi altro che consentiente , essendo dove io era ; ed ascoltai fra Martino , e quell’ altro tanto che durò la colazione , e che i miei servidori andassero a montar a cavallo. Qual dispregio il Vergerio -concepisce di Lutero apparisce da ciò che segue , vale a dire j che tanto male parlava in lingua latina , che gli sembrava , non essere di lui alcuni libri pubblicali col suo nome , perchè questi avevano qualche odore di latinità , e d" eloquenza ; in oltre eh’ era così trasformato nella faccia, nell' abito , ne'gesti , e nelle parole che pareva uri ispiritato : di egli è l’arroganza ¿stessa , la malignità , e ! imprudenza. finalmente conchiude: io udiva con gran tormento , non volli mai rispondere, se non due parolette per non parer un tronco. Questo colloquio ebbe luogo ai primi di decembre 1535. Avendo per massima Paolo HI. di non inasprire i protestanti, e