i36 11. 12, oltre 1’ essere stato flamine adrìanct-le3 e pontefice , fu ])ure augure. Augure fu pure Lucio Flaminio Istriano del n. 24. Flamine poi di Claudio il tribuno militare Quinto Petronio Modesto di cui parlammo al n. 27. Di edili ci hanno conservato i nomi va rii marmi istriani, cioè di M. Aurelio Me-nofilo edile di Pola indicato al n. 8 ; così 11. 22.' L. Sergio Lepido figlio di Lucio; L. Sergio figlio di Cajo al n. 31 ; e L. Sergio pur figlio di Cajo al n. 32. Edili tutti tre di Pola, come si legge sopra la porla aurea di quella città. C. Cctaacio Sevariano e M. Surino ambidue edili di Trieste si appalesano , come fu indicato ai n. 35, 36. L’ edilità nei primi tempi aveva cura delle fabbriche , e degli edifizj pubblici. Crebbero poscia di numero in Roma, e di dignità. Nel senato, dopo i consoli ed i pretori, avevano fra tutti la precedenza , e godevano del diritto delle imagini. Cicerone (in Ferrem. 5. 14 ) ci dà una piena notizia del loro uffizio , cioè di celebrare con grandissime cerimonie i sacri giuochi a Cerere, a Libe-