286 forma non ubbidendo Simone al comando pontificio , irritò quel pontefice in modo che pensò dimmetterlo di arcivescovo, mentre nei registri di Pio II. Tom. 39 pag. 134 si legge : Anno 1462 18 cal. maji Simon de Montona olivi archiep. Antibar., et vicar. generale Patriarchi Veneti. In questo anfratto il veneto senato vi sJ interpose , e col mezzo di Niccolò Sagundino vice - ambasciatore della repubblica presso il pontefice, supplicò Pio 11. , onde permettesse che l’arcivescovo Simone rimanesse in Venezia sino a che il patriarca trovasse un vicario opportuno e capace di sostenere degnamente l'incarico di vicario in successione a Simone. La lettera del senato è portata dal Fallati , ed è commendevole per il nostro Simone , che giudicar devesi persona di gran merito e dottrina , avendosi la repubblica stessa preso 1’ assunto di sua protezione. Il pontefice non aderì agli offizj della repubblica , ed anzi si inacerbò vieppiù contro il patriarca e l’arcivescovo, perchè 1’ uno differiva provvedersi di vicario , e 1’ altro tergiversava coll’ appoggio che il patriarca gl’impediva portarsi alla sua sede.