CAPITOLO XVI, 475 di Costantinopoli vi contribuì anch’essa in buona parte, mentre il sultano Solimán ordinò che dovessero passare per quella citta tutte le mercanzie che dall’Asia si trasportavano in Europa, comprese quelle provenienti da 1 -l’Assiria e dall’Egitto. Ma, come abbiam detto, la più forte delle cause per cui dovette tramontare il prodigioso commercio dei Veneziani, fu la scoperta dell’America e quella del Capo di Buona Speranza, che aperse un nuovo varco alle Indie. Dopo di che, le gravi angherie poste da Carlo V, e la perdita delle isole di Cipro e di Candía, diedero l’ultimo tracollo. Sicché, nello scostarsi da quest’ epoca, il Sagredo dolorosamente dichiara che punto noi consolano le lettere fiorenti per l’asilo aperto ai Greci fuggitivi da Costantinopoli, non la stampa allora introdottasi, non la pittura nè la scultura, che mettevano germogli coU’architettura, ancora purissime e nazionali. Furono scorza dorata, dic’egli con mestissimo accento, ma il tarlo era dentro, erano piante verdeggianti che vi aggavignavano sopra un tronco, nel quale cominciava ad allentarsi la vita.