CAPITOLO V. 117 e privazione dello vostre rendite, ed anche delle vostre dignità, benefizi e cariche ecclesiastiche, come altresì del voto attivo e passivo, e di tutte le altre pene che potete incorrere da parte nostra; —che, appena ricevute le nostre lettere, od avutone avviso, voi le pubblichiate o facciale pubblicare nelle vostre chiese, quando vi sarà maggior concorso di popolo, e quindi affiggere alle porle delle vostre chiese. Infine, noi vogliamo che si presti fede alle copie, anche stampate, purché sottoscritte da un notaio, e suggellate col timbro di persona consliluila in dignità ecclesiastica, come gli originali che vi dirigiamo; e che la pubblicazione di questo Monitorio fatto in Roma, dove venne affisso, secondo il solilo, alle porte delle chiese di S. Giovanni Lalerano e del principe degli apostoli, ed a quelle della cancelleria apostolica, c persino sulla piazza della Campo di Fiore, obblighi il doge, il senato e tutto il clero dello stato di Venezia, come se fosse stato presentato ed inlimalo a ciascun d’essi, e da voi in particolare. Dalo in Roma, sollo 1’ annello del pescatore, il 17 aprile dell’anno 1606; il primo del nostro pontificalo. M. Vestrius Barbi ancs. A così gran minaccia non si sbigottì punto il veneto governo, e, benché avesse a fare con un papa, forte nella coscienza dei proprii diritti, anziché obbedire alle pontificie ingiunzioni, si fece a rispondere colla seguente protesta : « Leonardo Donalo, per la grazia di Dio doge di Venezia, Ai reverendissimi patriarchi, arcivescovi, vescovi di