60 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI quei patrizi trovassero un grande compenso della perdita che avevan fatto della civile libertà, nella possibilità e nella speranza di prender parie a così sterminato potere: speranza che ben potevano avere i Veneziani, essendo tutte le loro cariche elettive, come si usava nelle republiche antiche, nelle quali, da semplice popolano, si poteva diventare, col merito, principe e legislatore. Più di mille e duecento cittadini potevano nutrir lusinga di essere ammessi, un anno o l’altro, all’esercizio di quel potere sotto cui continuamente tremavano. E questa è forse 1’ unica ragione alla quale deve il Consiglio la longeva sua vita, a malgrado dell’odioso suo dispotismo. Negli ultimi due secoli, però, l’aristocra-zin essendo divenuta oligarchica, non più che ad una sessantina si ridussero le famiglie accessibili all'officio dei Dieci. Del resto, vuole giustizia che si riconosca anche la saviezza, colla quale si provide ad impedire che si perpetuassero gli abusi della forza, e giova ripetere in proposito, come un Consiglio così tremendo, ad ogni anno, venisse totalmente rinovellato; per cui, chi era stato tanto formidabile, rientrava d’un tratto nella moltitudine dei cittadini, e perdeva ogni facoltà di far male. Così non sarà mai abbastanza encomiata la legge sancita il o gennaio 1511, nel Gran Consiglio, per la quale tutti i membri dei Dieci dovevano, dopo quattro mesi dalla loro nomina, venire dal Gran Consiglio ¡stesso approvati. Convien confessare eziandio, come di un potere così smisurato che noi non abbiamo esitato, in genere, di disapprovare, i Dieci ne fecero talvolta un uso lodevolis-simo, sicché non mancarono in parecchie occasioni di rivolgere la sapiente loro fermezza , la loro previdenza • -