CAPITOLO XII. 373 diè "li stranieri avrebbero invaso il territorio delia re- .. . . . 1 publica prima che le armi e i solilati fosscr pronii; inutile, perchè la massa sarebbe di genie nuova ed inesperta, più alla a crescere il disordine che ad allontanare il nemico: aggiunse poi l’osservazione che per la lunga pace, più non si sarebbero trovali capi di sicuro valore,: nè potersi sperare di ottenerne dagli esteri, perchè tutti in guerra. Così prevalse il partilo dei moderali, la república restò inerme ed esposta ai più gravi pericoli. E quaudo, fra pochi mesi, i pericoli divennero imminenti, e Pesaro tornò a gridar alle armi, il senato si decise una volta di adottare, benché con tenue maggioranza di voti, il di lui consiglio; ma la larda deliberazione dei Senatori non ebbe compimento, perchè i Savii del Consiglio, ai quali spellava il provedere all’esecuzione di quel decreto, colla scusa del dissesto finanziario, tanto fecero clic non si riesci a metter in armi più di settemila soldati. Onde il Botta esclama come da ciò appurilo sia surta la mina della república. Che se • per l’oscurità e l’incertezza dogli eventi umani non si potrebbe affermare che il consiglio contrario l'avrebbe condutta a salvamento, e se veramente era destinato dai cieli che ella perisse, certo è almeno che sarebbe perita onoratamente, e con fine degno del suo principio» (1). La quale ostinazione di voler restarsene disarmali anche in vista dei Francesi che già varcavano le Alpi, fece credere a molti che la Francia avesse molli parti tanti nel vendo senato. Ed infatti, un agente degli inquisitori di stalo a Parigi, che aveva saputo entrare in domestica (1) V. l’istoria, ut tupra.