18 STORIA DEL, CONSIGLIO DEI DIECI d’inaudito valore all’assedio di Costantinopoli, che aveva opposto tanto valida resistenza.—Dandolo, venerando per così onorata canizie, surge intrepido sulla poppa della sua capitana, mette primo il piede sotto le mura della forte città nemica, e, levala la visiera, rinfiamma con ardite parole lo scorato animo de’suoi. — A tali parole si deve appunto l’ardua vittoria. — Ecco che i Veneziani hanno già occupato venticinque torri di quella lunga muraglia; ecco che su di esse già sventola il formidabile vessillo di San Marco. — Così fu vinta quella grande città, e Venezia mostra tuttora ai tardi nepoti il trofeo della vittoria nei cavalli di bronzo di là trasportati per farne cospicuo ornamento alla sua cattedrale. Doveva il Dandolo essere eletto imperatore greco. Ma il magnanimo vide questa sua nuova grandezza non convenire alla grandezza della república : perciò non volle. — Fatto, quindi, ritorno a Costantinopoli, col venerando ed invidiabile carico di novanlasette anni, compì la gloriosa sua vita, ed ebbe colà onorato sepolcro nella chiesa di Santa Sofia. Ecco come i Veneziani divennero rispettati e forti anco in Oriente.— Baldovino, re di Gerusalemme, accordò loro considerevoli privilegi e franchigie; fino ad assegnare per essi un quartiere in Acri, dove potessero liberamente governarsi colle proprie leggi e magistrature. E quando Michele Paleologo, per la fuga di Baldovino, riesci a penetrare in Costantinopoli, e pose fine, in tal modo, all’impero dei latini in Oriente (an. 12G2), i Veneziani avrebber ben potuto riconquistare quella città, se al Paleologo fosse mancato il poderoso sussidio dei Genovesi. — Così, quando il pretendente Giovanni Vatacio si accampò jn vista di Costantinopoli, Venezia spedì una flotta