101 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI religioni, lutti i suoi frati c proli furono aderenti ai al governo ». — Ed il Maeyr, nella sua descrizione di Venezia, non esitò ad asserire che il señalo favoriva a bella posla la dissolutezza negli ecclesiastici per renderli spregevoli agli occhi del volgo , e così impedire che avessero sopra di lui una qualsiasi influenza. Oltraciò il governo veneto ebbe sempre a competerla con Roma, per non aver mai voluto cedere il diritto di far giudicare gli ecclesiastici dai tribunali secolari, per tutti quei delitti che non fossero puramente spirituali. Ben aveva tentato Eugenio IV di conciliare le pretensioni del senato veneto colle proprie, e publicó un indulto nel quale era stabilito che 1’ arcidiacono Castello sarebbe intervenuto alle sedute del consiglio dei Dieci ogni volta che, dinanzi a questo tribunale, fosse stato tradotto un ecclesiastico. Ma gl’inquisitori di stato non vollero saperne di un tal molesto testimonio , per cui l’indulto non portò conseguenza di sorta. Dopo di che , possiamo passare senz’ altro a discorrere della grave controversia insurta fra papa Paolo V e la república di Venezia nell’anno 1605. Non appena il cardinale Camillo Borghese salì sul trono pontificio colla profonda convinzione che il papa fosse sovrano universale, istituito da Dio stesso per governare tutti i popoli e lutti i principi, si diede ad esaminare ed a controllare tulle le leggi dei diversi governanti , di cui egli voleva abbattere la superbia e scemare il potere. Non osando incominciare a dirittura coi re, stimò più prudente consiglio il pigliare le mosse dalle republiche, e fece le sue prime armi con quella di Lucca, in occasione che essa aveva publícalo un