CAPITOLO XVII 501 Visconti, alla quale era stala promessa la riversabilità di quel principato, nel caso che fosse venuto ad estinguersi la linea maschile, com’era, appunto, accaduto. Ben. è vero che tre forti oppositori sorgevano contro tale pretensione; l’imperatore , che sosteneva essere quel ducato un feudo dell’impero; il re di Napoli, che il reclamava, perchè lasciatogli in eredità da Filippo Maria Visconti; e la famiglia Sforza, perchè ne aveva attualmente il possesso. A malgrado di tutto ciò, Luigi Xll non ebbe riguardo di aggiungere a’ suoi titoli di re di Francia e di Gerusalemme, anche quelli di Napoli e Sicilia, e di duca di Milano (1). Ma, perchè questi non fossero più che vuote parole, aveva bisogno del potente patrocinio del papa; ed il papa era, allora, Alessandro Vi! Il quale come vide che l’alleanza francese avrebbe potuto giovargli, per quel caro„suo figlio, Cesare Borgia, come non aveva esitato a sciogliere Luigi XII dal primo suo matrimonio, onde sposarlo con Anna di Brettagna, così non ebbe, ora, alcuno scrupolo di secondarlo in tutte le sue mire d’ambizione, e di adoperarsi per facilitargli l'acquisto di Napoli e di Milano. Non è a dire, quanto ne rimanessero sgomentati gli Italiani tutti, come vennero a conoscere quella specie di lega. Lodovico Sforza s’affrettò di avviare le debile pratiche per essere formalmente riconosciuto dal nuovo re, come già lo era stalo da Luigi XI e da Carlo Vili; e poi fe’ chiedere alla Signoria venela qual risposta avrebbe dovuto dare al re di Francia, nel caso che cercasse libero il passaggio per la Lombardia, nella (1) Così il Guicciardini, Sfuria d'Italia, Lib. iv, eap. 1.