CAPITOLO ni. 265 gine di carta ; sì perchè anco molti rettori, rare volte o mai hanno occasione di agitare negotij segreti, restò commesso al magnifico cancellier grande nostro a deputare uno della cancellaria ducale, quale riveda singolarmente tutte le presentationi che saranno fatte, et pongha a parie quelli registri che per suo giuditio stimi contenere materia di qualche gelosia, et di questi ten-ghi alfabeto et ordinata custodia; acciò occorrendo facilmente si possano bavere alle mani, et quelli altri che siano di interessi ordinarij, o a fatto palesi, facci inventario ma siano posti in altro armario; acciò non si generi confusione per la moltitudine, et si rendesse difficoltoso il modo di riveder le scritture se alcuna volta occorresse. 11.0 Nella occasione del passato interdetto, che fu una censura invalida per molli diffetti, quali non è loco o tempo di numerarli, è stata fatta osservatione che alcuni nobili nostri alli quali aspettava alcuna giudicatura civile, o criminale, per li magistrati che essercita-vano in questa città, et alcuni altri rettori de fuori, a quali fu dal conseglio de’ Dieci delegato alcun caso col rito dell’ islesso conseglio et con speciale autorità di procedere contro ecclesiastici criminosi; li uni et li altri se habino mostrato scrupolosi di pronunliare questi giudici] ; ma prima procrastinando, con scuse, la spe-ditione, et poi, con denegatone manifesta, hanno professalo non volere ingerirsi in persone sacre, il che ha causato molli mali effetti, prima de strutio a poveri querelanti et offesi, quali imploravano il patrocinio della giustilia ne’ loro aggravij, et poi anco una cerla nota et biasimo pubblico, quasi che gl’altri rapresentanti