164 STORIA DEI, CONSIGLIO DEI DIECI dello Stato, tranne la dote della moglie, fu rilegalo in perpetuo nell’isola di Candia, pena il taglio della testa se si fosse arrischiato di tentare la fuga. Insomma fra i tanti imputati, il solo cavaliere Antonio Maffei, con altri pochi, di cui l’istoria non si compiacque di registrare il nome, visto che non erano in dolo, ebbero la fortuna di tornare sani e salvi a Verona. In pari tempo, anche nell’isola di Candia, per instiga-zione dei Calergi, che erano i primi dell' isola, si ordì un’altra congiura nello scopo di sottrarre quella terra al dominio dei Veneziani, e di darla piuttosto all’imperatore di Costantinopoli, od al francese Buccicaldo, il quale, come abbiam già visto, governava Genova a nome del re di Francia. Ma i più distinti di quei ribelli furon presi, parte nella Canea e parte in Candia, e fatti subito appiccare giusta i loro demeriti (1). Un più odioso processo s’intentò contro l’istesso Carlo Zeno. — Nella perquisizione fatta alle carte di Francesco Carrara, si trovò la memoria di un pagamento di quattro-cento ducati d’oro da lui fatto al generale veneziano. La gloriosa vita di costui, ornai sessantenne, la generosità colla quale, come abbiam visto, aveva egli con danaro della propria cassa raddoppiato il soldo alle milizie per sedar tosto ogni pericoloso tumulto, pare avrebbero dovuto bastare a tener lontano da lui qualsiasi sospetto di concussione. E d’altronde egli era d’una famiglia tanto agiata, che non è supponibile abbia potuto commettere una viltà per una somma sì lieve. (1) Così il S,a.nuto.—Aveva pur anco ragione il Sismondi di dire in proposito le seguenti memorabili parole : Même aux yeux de la politique mondaine, la haine et la défiance que la perfidie excite, ne compensent pas tout l’avantage des conquêtes qirelle procure.