254 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI cata al numero intiero di quelli che hanno ingresso in senato. Ancora tanto non b^sti, ma se l’ambasciatore nostro farà relatione di haver scoperto alcun pregiudicio pubblico, o per cosa fatta, o per cosa che in avenire potesse fare alcuno di quelli ministri della corte, per genio averso che lui habbia alla repubblica nostra, dove-ranno li successori nostri far che l’ambasciatore aggiunga in quella relatione che tale era per se stesso il mal animo di quel ministro, ma che havendolo lui fatto tentare segretamente con un donativo relevante, del quale hebbe ordine dal magistrato nostro di far la spesa , l’istesso ministro ha mutato costume et si ha lascialo vincere dall’ interesse, tanto più che lui nostro ambasciatore l’ha assicurato che ogni anno dall’ambassaria che prò tempore residerà a quella corte sarà adempito allo stesso, pure che lui si mostri ben disposto a vantaggi della repubblica, et questa promissione ancora è stala di comissione del magistrato nostro. Così attesti dunque di aver ricevuto parola da quel ministro di mostrarsi molto parliale della repubblica in avenire, ma con qualche lentezza di tempo et come insensibilmente, acciò una subita mulatione non dij sospetto. Tanto si facci esprimere nella relatione, acciò se alcuno la divolgasse, possi andare alle orecchie di quel governo, per via di suoi ministri che residano appresso di noi, o per strada di emolo alcuno che ha-vesse quel favorito. Se li successori nostri, secondo le congiunture de’tempi, stimassero necessario dar moto maggiore a questa notilia/acciò arrivasse più presto alle orecchie del re, potrebbero valersi del prelato