22 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI Consiglio, composto di 470 individui (1), cui venne interamente affidata la somma delle cose. Si mutava ogni anno; e chiunque Veneziano vi poteva essere ammesso. Arbitro della guerra e della pace, eleggeva i magistrati ; e fu per tal modo che da esso venne il potere aristocratico di Venezia. — Da quest’epoca il doge non fu più eletto a voce di popolo, ma da appositi commissari elettori. Dapprima gli elettori furono undici, poi quaranta; in seguilo, ad evitare l’inconveniente della parità di voti, come avvenne alla nomina di Giacomo Tiepolo, si portarono a quarantuno. Tal nomina veniva fatta per scrutinio secreto. •— Se quegli il cui nome traevasi primo dall’urna era altro degli stessi elettori, veniva subito mandato e rinchiuso nella sala della Quarantìa. Quindi era accordala licenza a ciascuno degli elettori di dirgli contro tutto quello che gli pareva, per mostrare se, e come, non fosse alto al supremo incarico; e il tutto veniva diligentemente registrato da due appositi secretali. Poi, chiamatolo in presenza, gli veniva letto quanto eragli sialo opposto. Ei si difendeva, e poi tornava a ritirarsi, e così di seguito finché vi fosse uno cui bastasse la voglia di insistere nelle accuse, od a lui l’animo di continuare a difendersi. Alla morte del doge, e durante il brevissimo interregno, che non si protraeva mai oltre il sesto o l’ottavo giorno, il Gran Consiglio nominava i Corregidori della I’romission ducale, i quali la rivedessero, non senza ft (1) Taluni dicono 450, ed altri li fanno ascendere a 480, ed in seguito lino a 500. Negli ultimi tempi si contarono ben 2200 patririi appartenenti al Gran Consiglio; ma, dedotti i*minorenni, i preti, privi di qualsiasi ingerenza politica, gli assenti, ecc., fu raro il caso, in cui il numero degli intervenuti oltrepassasse i 900.