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STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI
   In quella violenta partizione era stabilito clic il papa si pigliasse Faenza, Rimini, Cervia, Ravenna e le parti dei territoiii di Cesena e d’ Imola ancora occupate dai Veneziani. — A Massimiliano toccasse la Marca Trivi-giana, l’Istria, il Friuli, ed il paese una volta posseduto dal patriarca d’Aquileia, come capo di casa d’Austria; e come imperatore , il Padovano , il Vicentino, il Veronese, e Roveredo, pel quale s’apriva una facile comunicazione da casa sua coll’Italia. — La parte del re di Francia constava delle provincie di Crema, Bergamo, Brescia c Cremona, con tutto il paese situato fra l’Adda,, l’Ollio ed il Po, da lui stesso ceduto alla república nel 1499. — Al re d’Aragona e di Napoli erano, infine, serbali i cinque porli di 'Frani , Brindisi, Otranto, Puli-gnapo e Gallipoli. E tutto questo per la maggior gloria di Dio, e la liberazione dei cristiani dagli infedeli, il cui eslerminio, sino allora impedito dai Veneziani, formava, appunto, a sentir loro, l’unico scopo della lega.
—	Oli bel pretesto, davvero, per coprire una sì ingiusta ed audace usurpazione, la quale si può chiamare una vera iniquità quando si pensa, che il re di Francia era coi Veneziani allealo; quel di Napoli andava loro debitore : Massimiliano era per quello della tregua; ed il papa era venuto con essi ad un amichevole accomodamento per gli affari della Romagna.
  E per venire dai detti ai fatti si conchiuse che Giulio Il avrebbe fulminato una bolla contro la república per costringerla a restituire tulli i paesi da essa usurpati, nel termine perentorio di quaranta giorni, passali i quali, Massimiliano restava esentalo dall’ obbligo di osservare la tregua j ed anzi si riteneva obbligato di marciare, a richiesta del papa, contro un popolo col pilo