CAPÌTOLO XII. 365 Fu solo verso la mela del 1795 che la república si decise di riconoscere la sovranità popolare, inauguratasi in Francia colla rivoluzione; ed allora mandò a Parigi Alviso Quiiini, uomo in cui, al dire del Bolla, non sa-pevasi se fosse maggiore l’ingegno, o la pratica del mondo politico, o l’amore verso la patria, il quale, presentatosi nella Convenzione Nazionale, disse clic nulla di più lusinghevole v’era per lui, che di trovarsi in mezzo a quella assemblea, per attestarvi i sentimcflli di perfetta amicizia clic il senato e la república di Venezia, esistente da tanti secoli, nutriva per la nuova república francese. Allora si rinnovarono vive più che mai le istanze dell'ambasciatore inglese, perchè fosse allontanato da Venezia il legato di Francia; e, vedendo che a nulla rie-sciva col senato, pensò di rivolgersi direttamente agli inquisitori di stalo, i quali perciò scrissero, in data del -l‘ll dicembre 1793, la seguente nota al Collegio: «È venuto a cognizione di questo tribunale che il cavaliere Worslcy, residente d’Inghilterra in Venezia, deve presentare fra pochi giorni al governo un’istanza per eliie* dere l’allontanamento della legazione francese, come atto di compiacenza verso sua maestà britannica. Questa dimanda dev’essere fatta a nome di tutte le potenze coalizzate, e basata sull’interesse della república c quello di tutti i principi, perchè i Francesi approfittano del soggiorno negli stali veneti, e della proiezione loro accordata, per mantenere le discordie intestine fra i Gri-gioni, e procurare un passaggio agli emissarii francesi, o stranieri, che vanno intorno da per tulio a predicare il disordine e la rivolta contro i legittimi sovrani. Ed,