STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI italiano, o ad una preda più facile, perché, unito con lui, potrà più sperare vittoria di noi, che, unito con noi, non potrà sperare di lui; senza die, le azioni sue nella lega passata, e quando venne in Italia, furono tali, che io non so per che causa s’abbia tanto a desiderare di averlo congiunto seco. Hacci ingiurialo Lodovico gravissimamente; nessuno lo nega; ma non è prudenza mettere, per fare vendetta, lo cose proprie in pericolo sì grave, nè vergogna aspellare a vendicarsi, gli accidenti o le occasioni che può aspettare una republica; anzi è molto vituperoso lasciarsi innanzi al tempo trasportare dallo sdegno, e nelle cose degli.Siati è somma infamia, quando l’imprudenza è accompagnata dal danno. Non si dirà che queste ragioni ci muovano a un’ impresa sì temeraria, ma si giudicherà per ciascuno che noi siamo tirali dalla cupidità d'avere Cremona; però, da ciascuno sarà desiderala la sapienza e la gravità antica di questo senato; ciascuno si meraviglierà che noi incorriamo in quella medesima temerità, nella quale ci maravigliammo tanto noi che fosse incorso Lodovico Sforza, d’avere condono il re di Francia in llalia. L’acquisto è grande, e opportuno a molte cose; ma considerisi, se sia maggiore perdita l’avere un re di Francia signore dello Stato di Milano; considerisi quanto sia maggiore la nostra potenza e riputazione, o quando siamo i principali d’I-lalia, o quando in llalia è un principe tanto maggiore e lanlo vicino a noi. Con Lodovico Sforza abbiamo altre volle avuto e discordia e concordia; così può tra noi e lui accadere ogni giorno; e la difficoltà di Pisa non è tale, che non si possa trovare qualche rimedio, nò merita che, per questo, ci mettiamo in tanto precipizio. Ma co’ Franzesi vicini, avremo sempre discordia ; perchè