112 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI inverosimile; ma la goffa perfidia del Carrara lascia luogo ad ogni più strano supposto. Se non che, a tener lontana siffatta sventura dalla república, invigilava l’occhio acutissimo dei Dieci. Essi ebbero contezza delle riunioni che lenevansi in casa della gobba, e vi insinuarono qualche agente di polizia. La padrona di casa, posta alle strette, fu ancora in tempo a farsi merito di sincerità, confessando ogni cosa. Incominciarono subito gli arresti; edai processi si ebbe il filo per arrivare sino al frate ed agli altri più cospicui cospiratori. Questa volta i Dieci si possono chiamare, a buon dritto, i salvatori della patria. Si pensò immediatamente a far giustizia dei colpevoli. Pei primi furon messi alla tortura i satelliti del Carrara, onde farli cantare; quindi dati all’estremo supplicio. Molti vennero trascinati per le strade a coda di cavallo, e quindi squartati frale colonne, come dice il Sabellico. Il figlio della gobba, che doveva designare ai ribelli le vittime da sacrificarsi, con qualche altro veneziano, fu appiccalo. La povera gobba condannata a dieci anni di prigione. Certo che la maggiore colpabilità era del frate e degli altri più cospicui personaggi, come quelli che erano i provocatori, od almeno più in grado di comprendere l’enormità del delitto. E quel Consiglio dei Dieci che, non ha guari, aveva condannato all’estremo supplicio il capo della república, pareva non fosse di tal natura da non lasciarsi menomamente imporre ne’suoi giudizi dall’eminenza del grado dell’imputato. Eppure questa volta credè bene di fare altrimenti. Per un poco questi ultimi li lasciò liberi, senza mostrare di aver su di essi il minimo sospetto, talché lasciò loro ogni agio di sottrarsi colla