CAPITOLO IX. 371 questo caso, che il conseglio de’ Dieci non possa reintegrare a suo piacere la pena imposta da lui islesso ad un reo, et si vedono talliora persone liberate dal bando, ma non restituite nel grado de prima, il conseglio de’ Dieci alle volte per alcun motivo efficace , fosse in volontà di farlo. Questo accidente dà occasione tanto a nobili nostri, come a sudditi et esteri, di fare stima mollo minore dell’ istesso conseglio dei Dieci, quasi che habbi patito una riforma molto essentiale nella sua antica autorità; et pure la conditione de’tempi ricerca-rebbe, per servicio commune, che accrescesse anzi che diminuisse il credito et il rispetto del medesimo conseglio, dal quale vengono tenute in officio tutte le con-ditioni delle persone; però resti per noi terminato, che in avvenire, quando per alcun grave eccesso (che non sij però fellonia, o intacco di cassa ) venga, per li avo* gadori del commun, o per li capi del conseglio de’Dieci, posta parte di bandire alcun nobile con privatone di nobiltà, sij dal secretano nostro raccordate alli inquisitori successori nostri la continenza di questo capitolo; acciò loro inquisitori faccino capaci li capi dell’ istesso conseglio, che parerebbe più aggiustato alla dignità del medesimo trascurare di esprimere nel bando di quel tale che lui s’intenda privo de nobiltà, e che il suo nome sia depennato dal libro dall’avogaria, come espressioni che portano tale necessità, che restituendosi il bandido per gralia del conseglio de’ Dieci, debba poi con nuova supplica dimandare la nobiltà al maggior conseglio : ma in vece di quelle parole tanto espressive et significanti aggiongere alla pena afflittiva, che essoche il bandido restasse in alcun tempo libero dal