462 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI cbc, in breve, la plebe e i soldati si diedero insieme al saccheggio e ad ogni sorta di ribalderia. Solo ad ora ben tarda si riesci a raccogliere un po’ di truppa sul ponte di Rialto, d’onde con schiopeltate, ed anche con qualche colpo di cannone, si riesci a mettere un po’in suggezione la sfrenata moltitudine. E sempre con tali eccessi che s’introducono gli stranieri in casa d’altri. Così, l’indomani per tempo si videro già belli e schierati sulla piazza di San Marco i soldati francesi. Era la prima volta che Venezia, in oltre quattordici secoli di vita, fosse condannata a veder fra le sue vie armi d’estere nazioni! Mentre in Venezia compivasi questa rivoluzione, a Parigi il Direttorio le dichiarava la guerra, licenziandone l’ambasciatore; ed a Milano, Bonaparte ratificava coi di lei plenipotenziarii, la pace! Per non lasciare più oltre*la città senza governo, si instiluì in Venezia una municipalità provvisoria di 60 membri £ sotto i cui auspicii, adottaronsi la coccarda e la bandiera tricolore; demolironsi le carceri dell’inquisizione di stato, e messa a quel posto un’ iscrizione che diceva : « Prigioni della barbarie aristocratica triumvirale, demolita dalla municipalità provvisoria di Venezia, l’anno 1° della libertà italiana, 25 maggio 1797 » (1); ed 'il 4 giugno, venne, con gran cerimonia, bruciato il libro d’oro a’piè dell’albero della libertà. Il patriarca Giovanelli e tutto il clero prestarono il giuramento di fedeltà al nuovo governo: ed alle parole : Pax libi, Marce, evangelista meus, che leggevansi sull’evangelio posto fra (1) Vuoisi che in quelle carceri si trovasse un prigioniero, che vi gemeva da ben quarantatre anni. — Vedi Darò, lib. xxxvhi.