214 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI Cercò Alessandro Manzoni negli istorici contemporanei non soggetti al veneto dominio, se mai qualche traccia di opinion publica si trovasse fin d’allora contraria a quella della Signoria, e cita un cronista di Bologna, il quale asserisce avere il governo veneto, per la morte del Carmagnola, molto diminuita la sua possanza, ed esaltata quella del duca di Milano. E più esplicitamente nel Poggio: « Certuni dicono che non abbia meritala la morte con delitto di sorta, ma che ne fosse cagione la sua superbia insultante verso i cittadini veneti, e odiosa a lutti ». Sicché egli stesso mise in bocca al suo Carmagnola, un momento prima di farlo salire sul patibolo, queste significanti parole dirette al Consiglio dei Dieci: .............. Voi risolveste, il veggio, La morte mia, ma risolvete insieme La vostra infamia eterna. Oltre 1’ antico Confin, l’insegna del leon si spiega Su quelle torri, ove all’Europa è noto Ch’io la piantai. Qui tacerassi, è vero; Ma intorno a voi, dove non giunge il muto Terror del vostro impero, ivi librato, Ivi in note indelebili fia scritto Il beneficio e la mercè. Pensate Ai vostri annali, e all’avvenir..... (1). La sorte del Carmagnola fece gran senso in Italia; e quando si conchiuse la lega di Cambrai, vuoisi che taluno abbia detto « esser venuto il tempo in cui sarebbesi abbondantemente vendicala la morte del conte Francesco Carmagnola ». Ma, senza andar a cercare fra autori di così poca fama, (1) Carmagnola, atto v.