556 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI Venezia fosse anteriore a quella della rimanente Europa. Eppure, malgrado tutte le esposte confutazioni, molti autori di grandissimo peso, e fra gli altri l’illustre Nicco-lini, in una nota alla sua tragedia del Foscarini, parlano in modo da lasciar credere com’essi suppongano vera 1’ esistenza dei supposti Statuti. Per cui a chiudere la questione, giacché l’abbiam già protratta fors’anco più del bisogno, essendo stali a ciò costretti dalla natura speciale di questo lavoro, noi diremo che se gli Statuti, quali asserisce d’aver scoperto il Daru, non vennero mai dettati, nè ollicialmente sanciti dalla Venela republica, essi sono però stesi in modo, che poco diversi sarebbero riescili quando si fosse pensato a redigerli; poiché, conviene confessarlo, le massime in essi descritte e stabilite son quelle appunto che il tribunale dellinquisizione più e più volte osservò nella pratica. Per cui, a parer nostro, la questione si potrebbe ridurre ai termini di quegli altri Statuii che si conoscono sotto il titolo di Secreta Monita, e che quel corpo cui si dicono appartenere, confuta e respinge con ogni maniera d’argomentazioni. Eppure ognun sa quanto quei secreti precetti vengano letteralmente adempiuti da quella compagnia alla quale noi tutti rileniamo che si riferiscano. Ond’è che, per amor di giustizia, alle parole del Tie-polo noi siamo costretti di contrapporre queste altre dell’istorico Sismondi. — 11 governo veneto, egli dice (1), era ben tale da assicurar 1’ uso di tutte le forze individuali per la cosa publica; ma colla forza publica non garantiva poi la libertà, la proprietà, e nemmanco la vita dell’ individuo. In quella republica si ammirava lo svici) Histoire dcs rópubliques du moycn àtjc, toni. ix. I