CAPITOLO XII. 465 lo branche del Leone, sostiluironsi quest’altre : Diritti dell'uomo e del cittadino; onde quel popolo, colla sua facezia consueta, disse che, finalmente, il leone aveva voltalo la pagina. La municipalità provvisoria non esitò a ratificare il trattato di Milano, benché, forse, non ne avesse il diritto. Ma, con ciò, Bonaparte desistette dal suo proposito di vendetta contro gl’inquisitori di stato ed il comandante del Lido. In tale stato di cose, come è ben naturale, si manifestarono in Venezia due opposti partili, dei fautori e degli avversarli ai Francesi; onde la misera città, per giunta di mali, era anco travagliata da intestine discordie. Per il che, sentiva tanto più vivo il bisogno d’avere almanco l’adesione delle provincie di terraferma, ed, a tal uopo, spedivansi messi e dispacci a tutte le città del dominio veneto, invitandole a non separarsi dalla gran madre antica. Ma esse, pressoché tutte, non si lasciarono punto commovere; e le une rispondevano protestando di voler unirsi alla Cisalpina; le altre di voler piuttosto fare da sèi E Bonaparte godeva allo spettacolo di tali dissidii; anzi, faceva di lutto per vieppiù inasprirli e renderli più intensi. Onde i suoi fautori andavano intorno ad atterrare e vilipendere il leone della república, ed i Padovani spinsero il loro odio tant’oltre da voler negare a Venezia persino l’uso dell’aqua dolce del loro territorio. Persino Chioggia e Palestrina, che si possono chiamare sobborghi di Venezia, rifiutavansi di riconoscerne la supremazia. Naturale conseguenza di tale anarchia fu questa, che più non pervennero a Venezia le imposte delle provincie, e così il governo non si trovò più in grado di pagare il