242 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI ma alla república restavano tre porli. Nessun’altra condizione umiliante ; nessuna indennità , nessun tributo : anzi ristabiliti fra i due stati gli antichi rapporti di commercio e di amicizia. I miseri abitanti di Candia, però, espalriaron tulli, riparando sui vascelli del Moro-sini: ai nobili originarii dell’isola venne conferita dal senato la veneta cittadinanza, e gli infelici avanzi di quella popolazione furono mandati nell’Istria od ebbero in dono qualche po’ di terreno. Quei pochi che non seppero, o non poterono decidersi all’emigrazione, provarono quanto fosse pericoloso l’affidarsi alla onestà musulmana. Se non che, Morosini ebbe dei guai molto serii per la resa di Candia. Un bel giorno, nel gran Consiglio, s’alzò un patrizio a protestar fieramente contro la cessione di quell’importante colonia : chiamò mostruosa ed illegale quella pace conchiusa col Turco, senza il previo assentimento della república, e depose un alto di formale accusa contro il festeggiato generale, chiamandolo, così, a render conto della propria condotta. Per il che l’autore della capitolazione di Candia fu costretto a costituirsi prigioniero; e, se non sorgeva a difenderlo con franca eloquenza un Giovanni Sagredo, non solo sarebbe stato condannalo a gran maggioranza di voti; ma, forse, sarebbe anche perito vittima del furore di un popolo, che, geloso del proprio onore e stimandolo reo di tradimento, s’imbeslialiva per toglierlo di mezzo egli stesso con uno di que’suoi atti di giustizia sommaria. Tre erano i capi d’accusa contro il Morosini; di tradimento, per la conclusione del trattalo coi Turchi; di viltà e di malversazione, Venne incaricato un appesilo inquisitore