478 STORIA DEI, CONSIGLIO DEI DIECI da Sua Maestà, Pietro Maroncelli e Silvio Pellico, accusali e convinti di alto tradimento, sono condannati, a morte » (1). A queste parole s’udì un mormorio universale che rivelava nella moltitudine un senso d’orrore e di pietà indescrivibile. Onde l’usciere s’affrettò di soggiungere: « Ma per somma clemenza di Sua Maestà, la pena capitale è stata commutala in quella di carcere duro nella fortezza di Spielberg, Maroncelli per 30 anni e Pellico per 15 ». Questo è uno dei tanti episodii del funereo dramma che l’Austria volle, in quella occasione, si rappresentasse a Venezia, di preferenza che in altre città lombardovenete, forse in premio della sua più rassegnata som-messione; imperocché a Milano si temeva troppo che i cittadini, a quello spettacolo, non potessero contenersi, e prorompessero in una tremenda rivolta. E per lunghi anni giacque, pur troppo, come indifferente e sbalordita quella città, in tanta prostrazione; onde la di lei vista stringeva il cuore ai visitatori, cui non fossero del tutto estranei i sentimenti di libertà (2). Venezia, altre volle sì florida, non ebbe più nè movimento, nè vita ; da ogni parte mostrava le impronte della miseria, dell’oppressione, di irreparabili ruine. L’aquila imperiale piombò daU’alto sul di lei cadavere, e si diede (1) Vedi Galene des Conlemporains illmtres, par un bomrae du rien, alla biografia di Silvio Pellico; e Mémoires d'un prìsonnicr d’état, par Andryane. (2) Noi trascriviamo le impressioni che n’ha riportato De Lamennais quando l’ha visitata, nel 1852, in occasione del suo famoso viaggio a Roma, per intendersela con papa Gregorio intorno alla grave (luestione dell' A-venir. — Vedi Àjfaires de Rume, par M. F. De Lamennais.